Soffro di cistinuria. Questo è un fatto. Al momento ho due calcoli, rispettivamente di 3 e 2,5 cm nel rene sinistro. Questo è un altro fatto.
Non mi dilungherò in aspetti medico-clinici perchè non sono un medico e Google può dare spiegazioni molto più dettagliate di quello che potrei mai fare io in questo post.
Vorrei però parlare del dolore. Del dolore cronico che, nonostante tutto, sa sempre coglierti impreparata.
Ti svegli e sembra che vada tutto bene. Fai colazione, fumi una sigaretta, guardi fuori il cielo incredibilmente azzurro per essere in città. E poi tutto crolla.
Una fitta. No, non è niente. Un'altra. No, non è quello che penso. E un'altra ancora. Che poi non sono nemmeno fitte. E' un dolore sordo, lento, che ti consuma.
Provi a dormire. E ci riesci. Ti svegli e il tuo primo pensiero è che sia passato. Se sei fortunata è così.
Provi a dormire. E ci riesci. Ti svegli e il tuo primo pensiero è che sia passato. Se sei fortunata è così.
Oggi non è un giorno fortunato.
Ti alzi. Cammini. Dal bagno al letto. Dalla cucina al letto."Prendi un analgesico". No, non lo prendo. Sopporto. Non voglio passare la mia vita intontita da farmaci.
Bevi. Bevo più di un cammello.
Esco a fare due passi. Sento la nausea salire. Dio, per favore, fa che smetta. Non farlo peggiorare più di così. Io voglio vivere la mia vita. Non voglio stare a letto. Voglio correre, saltare, godermi questo ultimo sole di settembre.
Vado in palestra. Sei pazza. Forse. Spingo sull'ellittica. E' una sfida. Più mi torturi, più cerco la fatica. Devi tacere.
Ci riesco. Le onde si placano. Il mare ritorna calmo.
Per oggi, ho vinto io.
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